giovedì 28 giugno 2018

Il Grillo sorteggiante




Beppe Grillo è un sostenitore del sorteggio, in politica. Sull'argomento si era già espresso brevemente (e in modo ironico) qualche anno fa. Citiamo dal nostro saggio: 

In Italia troviamo invece Beppe Grillo tra i sostenitori del sorteggio. Secondo lo showman-politico “l’estrazione a sorte ha il vantaggio di eliminare i costi delle campagne elettorali. (…) L’estrazione dovrebbe essere gestita da un pool di magistrati con la consulenza di Collina. Avremmo dipendenti al posto di politici, politica al posto di interessi personali.” 
Oggi, sul suo blog (che ha staccato da quello del Movimento Cinque Stelle) ritorna a occuparsi della questione con una proposta più articolata. Scrive il comico genovese:

"...questo sistema è rotto, non funziona, ma non avendone un altro migliore non ci resta che capire cosa non funziona. Io un'idea ce l'ho, il suo nome tecnico è sortition. Ma il suo nome comune è selezione casuale. L'intuizione è di un certo Brett Hennig (foto sotto; potete vedere qui un suo video con le stesse idee riportate nel post di Grillo). L'idea è molto semplice: selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento."




Come sa chi ci segue, Hennig non è certo il primo a pensarci (il suo libro, inedito in Italia, è del 2017. "Contro le elezioni di "David Van Reybrouck del 2013). Nel nostro saggio abbiamo elencato una decina di diverse proposte per utilizzare il sorteggio in politica. Quella di Grillo prevede "un primo passo": "un Senato dei cittadini", cioè una camera su due per la quale "la selezione dovrebbe essere equa e rappresentativa del Paese. Il 50% sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbe gente comune. Sarebbe un microcosmo della società." Questo "significherebbe la fine dei politici e della politica come l'abbiamo sempre pensata".

Il limite della proposta dello showman è duplice, da una parte perché vuole applicare una metodologia democratica come il sorteggio a un'istituzione oligarchica come il parlamento. E' nostra convinzione che un nuovo metodo di governo richiederebbe anche istituzioni diversamente articolate. Ne abbiamo parlato qui. Dall'altra, perché propone di fare, per il momento, solo un "primo passo", limitando al Senato i selezionati per sorteggio. Abbiamo affrontato l'argomento sul nostro saggio, presentando la proposta di Democrazia Davvero:


Diciamolo chiaramente: riteniamo assolutamente perniciosa questa prudenza.

Conosciamo i nostri polli, e abbiamo già visto troppi tentativi ed esperienze di democratizzazione essere accettati, assorbiti, digeriti, snaturati e poi espulsi dagli squali della “politica professionale”. Per le oligarchie al potere le cose vanno bene così come sono, e i cambiamenti sono per loro accettabili solo se assicurano più potere, non certo se rischiano di ridurlo o addirittura eliminarlo. Ogni “passo a metà” che i professionisti della politica dovessero accettare, sarebbe immediatamente seguìto da una serie di azioni tese a minimizzare e squalificare l’esperimento, per poter dire: “Vedete, non funziona, è inutile, è controproducente... servono i migliori per governare un paese. I cittadini comuni non sono capaci di farlo”. In un contesto che già oggi vede entrambe le Camere del Parlamento svuotate di fatto di qualsiasi potere decisionale, passato nelle mani del Presidente del Consiglio e del suo Governo, a loro volta manovrati dalla sovrastruttura europea e dai centri di potere industrial-finanziario, figuriamoci che possibilità di intervento reale potrebbe avere una Camera dai “poteri circoscritti”! Servirebbe al massimo per essere esibita come foglia di fico “democratica”, e quand’anche apportasse qualche minimo miglioramento al funzionamento del sistema, darebbe solo modo ai politici eletti di sostenere che, sì, c’era bisogno di un correttivo, e visto che ora tutto funziona perfettamente, meglio non rischiare ulteriori cambiamenti. In attesa dell’occasione di liberarsi una volta per tutte dell’indesiderato “corpo estraneo”.



Dunque, mentre siamo felici che Grillo, con tutto il peso della sua capacità di comunicazione (il suo articolo, che potete leggere per intero qui, è stato immediatamente ripreso da stampa e telegiornali, oltre a essere subito rimbalzato sul web), abbia rimesso sul tavolo il tema del sorteggio, lo invitiamo in tutta modestia ad approfondire meglio l'argomento, se non ha intenzione di bruciarlo e farlo spazzare via da chi ha tutto l'interesse a lasciare le cose come stanno.

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