Generalmente, gli articoli che in questi giorni sono stati scritti sulla "sparata" di Grillo in merito alla possibilità di sostituire alle elezioni il sorteggio dei parlamentari si limitano a riportare le dichiarazioni del comico genovese o poco più. Dichiarazioni che sono, più o meno, un copia-incolla dello spettacolo di Brett Hennig. Qualche testata si è dimostrata più professionale, mettendo del suo per meglio spiegare l'argomento ai lettori. Tra queste il Foglio che in un servizio ricostruisce seppur brevemente la storia della democrazia (quella reale, non l'attuale oligarchia verniciata da "governo del popolo") risalendo all'Antica Grecia e al sistema ateniese della Boulé che i nostri lettori ben conoscono e passando per il sistema delle balòte in uso nella Venezia dei Dogi (anche se sarebbe forse stato più corretto citare la Firenze comunale).
E aggiunge poi che: "sia pure per le ragioni sbagliate, allora, Grillo potrebbe aver indicato un’opzione meno bislacca di quanto potesse sembrare – e una strada che, semmai imboccata, finirebbe per spazzar via le pretese di trasparenza e furtivo egualitarismo che hanno propiziato l’ascesa del M5S. Da un lato, infatti, se l’obiettivo che perseguiamo è quello di far sì che la composizione dei rappresentanti rispecchi quella dei rappresentati e che – uno vale uno – ogni cittadino possa contribuire al governo del paese, è difficile immaginare un sistema più funzionale del sorteggio: sarebbero le leggi implacabili della statistica – magari col sussidio della frequente rotazione delle cariche, caratteristica tipicamente associata alla selezione causale – a garantire una corrispondenza pressoché perfetta tra i nominati e il gruppo di riferimento. Dall’altro, se – come detto – la selezione elettorale non riesce (più) ad assicurare la qualità degli eletti, è improbabile che l’ipotetica introduzione del sorteggio finisca per restituire un panorama ancor più desolante: tra complottisti, antivaccinisti, signoraggisti e sciroccati di varia estrazione, la legislatura in corso ha portato alla ribalta i politici più mediocri e impreparati dell’intera storia repubblicana."
Come si vede la riflessione sull'argomento (anche se con gli inevitabili limiti di un primo approccio, per i quali rimandiamo al nostro precedente post) comincia a fare lentamente breccia nel dibattito giornalistico-politico. E ogni goccia è comunque acqua per il mulino di una reale democrazia.
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