sabato 13 febbraio 2021

Come funziona l'Aristocrazia Elettorale


Come banalmente previsto, il governo Draghi s'è fatto.
Chi si cruccia e scandalizza perché il "suo" partito ha accettato di governare insieme al partito "avversario", non ha capito come funziona il sistema. Intendiamo quello elettorale-parlamentare.


Un tempo c'era un Re a comandare. Lo attorniavano i Nobili, e insieme godevano di privilegi vivendo nel lusso alle spalle della plebe, dissanguata per farli vivere nel lusso.
Quando si è creata una borghesia affarista che mal sopportava di vedersi sottrarre i lauti guadagni da quei parassiti, le cose sono cambiate. Una ribellione qui, una rivoluzione là, nobili e re son stati spodestati, a volte finendo sotto la lama della ghigliottina. Il loro posto l'ha preso la borghesia degli affari che, non volendo rischiare di cadere dalla padella nella brace dovendo dividere il proprio utile con il popolino, troppo numeroso e teoricamente insaziabile, invece di sostituire alla monarchia una reale democrazia ha preferito affidarsi a una più economica classe di notabili, inventandosi le elezioni (anche se poi ci ha comunque attaccato sopra l'etichetta posticcia di democrazia).
Ed ecco che a governare il nuovo mondo felice al posto del Re ci sono oggi Finanza & Industria, e al posto dei Nobili c'è una servizievole Aristocrazia Elettorale.
Come funziona, quest'ultima?
Molto semplicemente si tratta di una Casta di professionisti della cosiddetta politica, corporazione abbastanza chiusa e impenetrabile da indesiderati elementi esterni (le eccezioni che talvolta si presentano vengono rapidamente inglobate e "normalizzate" come un tempo succedeva a chi in un modo o nell'altro riusciva ad acquistare un titolo nobiliare che, per sangue, non gli sarebbe appartenuto). Questa Aristocrazia si perpetua e riproduce, raccontando ai popolani che sta lì a fare il loro interesse, e che sono proprio i cittadini a scegliere chi merita di governare. Tramite elezioni. Il cui meccanismo consiste nello scegliere dal Menu predisposto dal consesso aristocratico stesso se mandare in parlamento Tizio o Caio, per la maggior parte inamovibili personaggi che, con una carica o l'altra, continuano a vivere nel privilegio per l'intera loro vita.


Un tempo, quando il mondo era diviso tra Sistema Capitalistico e Sogno Comunista, l'Aristocrazia si ammantava di contrapposti connotati ideologici. Venuta meno l'opzione comunista, è rimasto solo un po' di marketing che di volta in volta fa guadagnare o perdere fettine di consenso-potere agli Aristocratici della Politica. E, per le leggi del marketing, li spinge a cambiare continuamente nome al proprio "prodotto-partito" purché non cambi il contenuto della confezione, cioè gli inamovibili CiriniPomicini, DAlemi, Rutelli, DeMiti e Mastelli.


Se si capisce che il meccanismo è questo, non stupisce più alcuna "ammucchiata" di governo, giacché non esistono programmi o convinzioni ideali che dividono gli Aristocratici Elettorali, ma solo un comune interesse a perpetuare il privilegio.
La plebe può continuare a pagare e, se la cosa la diverte, tifare per una squadra o per l'altra. Che, magari, ogni tanto dal desco di qualcuno dei nobili qualche briciola può sempre cadere.




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