martedì 25 gennaio 2022

A che serve un presidente?


Con la grancassa di giornali e tivù (e inevitabili riverberi sui social) sta andando in onda l'elezione del presidente della repubblica. Si è partiti dalla "comica iniziale" dell'autocandidatura di Berlusconi per passare poi all'abituale toto-nomi con vecchi arnesi della politica affiancati a "personaggi della società civile" (in realtà legati anch'essi a doppio filo con la politica e gli affari che ci stanno dietro).

Per chi, come noi, desidera il passaggio a una reale democrazia dove a prendere le decisioni siano a turno "normali" cittadini e cittadine, questo ennesimo teatrino è del tutto insignificante. Non perché "tanto sono tutti uguali", ma semplicemente perché con l'attuale sistema di governo la politica nazionale è ormai ridotta a poche scelte di sottobosco utili solo a spostare tra i vari concorrenti locali fettine di potere elettorale. Per il resto, per le decisioni che contano, al posto della MasterCard della pubblicità, c'è la MasterFinanza dell'Europa che, quando vuole qualcosa, fa cadere i governi invisi manovrando come burattini gli utili idioti che non mancano mai, e poi spinge suasivamente il presidente della repubblica a imporre un nome che, toh, è sempre un "tecnico" proveniente dal mondo delle banche.

Perciò, chiunque finisca al Quirinale sarà solo l'ennesima obbediente marionetta di chi detiene davvero il potere. Ci interessa davvero se sarà un uomo, una donna, una persona "presentabile" o un cialtrone patentato? Come diceva il Poeta, "non ragioniam di lor, ma guarda e passa". In attesa di sistemi di governo migliori per i quali continueremo a batterci.

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