martedì 8 gennaio 2019

Dove ci siamo andati a Cacciari!


Il professor Massimo Cacciari, filosofo prestato anche alla politica, è preoccupato per le sorti della Democrazia. Se ne lamenta in un articolo su L'Espresso: "...mai si era giunti a un tale livello di nefandezza, mai cosi palesemente si era irriso alle funzioni delle assemblee che si osa ancora chiamare legislative." Tutto perché, da un bel po' di anni, si ricorre alla fiducia per far passare le leggi. Uno studioso un po' più attento si sarebbe anche accorto che i parlamenti (tutti) dei paesi che hanno aderito all'Europa, sono stati di fatto commissariati da una troika di nominati che detta, con la pronta condiscendenza di alcuni singoli governi-maggiordomo o brandendo l'arma dello spread contro chi non si dimostra così solerte all'obbedienza, le regole alle quali i paesi non possono che allinearsi. Ma lasciamo perdere, forse Cacciari non è interessato a quanto avviene oltre i confini.
Davanti a una situazione come l'attuale, "per certi versi drammatica e per altri vergognosa", cosa propone l'eminente analista? Suggerisce di rispondere "con un ridisegno completo della struttura del nostro Stato, ridistribuendo poteri e funzioni tra centro, regioni e enti locali; con un rafforzamento delle assemblee legislative, riducendo drasticamente il numero dei rappresentanti, eliminando il senato, rivedendo i regolamenti cosi da rendere ancora più rapide le procedure, ma limitando a un tempo radicalmente la possibilità di ricorrere alla fiducia; oppure ancora in un senso decisamente e coerentemente presidenzialista."



Caro Cacciari, se ti fossi preso la briga di leggere, non diciamo il nostro saggio, ma almeno "Contro le elezioni" di David Van Reybrouck, forse avresti capito che il problema non è quello dell'efficienza del sistema (in quel caso, la soluzione migliore è da sempre un imperatore, un re o quantomeno un tiranno), ma la natura dello stesso, nel mondo occidentale da un paio di secoli oligarchica. Se ti rendessi conto di questo (e, senza accorgertene, lo fai in un altro articolo, quando scrivi che "la democrazia implica fisiologicamente in sé valori aristocratici") capiresti che non si può ottenere una efficace democrazia perfezionando un sistema che è invece strumento di una voluta oligarchia. Sì, lo sappiamo, tu in questo sistema di potere hai sguazzato a lungo, come intellettuale e pure come amministratore, ed è comprensibile che ti ci trovi a tuo agio e che a darti fastidio sia solo il fatto che non lo facciano funzionare come piacerebbe a te. A noi invece sembra che il sistema basato su partiti, elezioni e parlamento, studiato fin dall'inizio per tenere alla larga qualsiasi esperimento di reale democrazia, stia solo mostrando le proprie contraddizioni insanabili. Sì, hai letto bene: insanabili.
Non avertene a male, perciò, se ci facciamo due risate sulla tua analisi tutta interna all'oligarchia governante e proviamo a guardare fuori da essa, dove una vera alternativa esiste: quella di approdare - per la prima volta nella storia - a un sistema realmente democratico dove cittadine e cittadini possano decidere in prima persona della propria vita. Gli strumenti per farlo ci sono. Per vederli, basta togliersi il paraocchi della oligarchia spacciata per democrazia con cui ci hanno cresciuti. Non è facile, ma con un po' di volontà ci si arriva.




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